Suoni su Ulisse dall'Antichità Greco-latina
|
Qui puoi ascoltare una riproduzione della melodia greca antica con cui venivano cantati i versi dell'Odissea (si tratta dei vv. 267-299 dell'ottavo libro del poema), realizzata presso l'Università di Vienna da Georg Danek e Stefan Hagel.
|
|
Un'altra riproduzione della musica greca antica, stavolta più 'libera' e con maggiori concessioni al gusto moderno: si tratta dell'inizio del discorso di Calipso ad Ulisse nel quinto libro dell'Odissea. Questa riproduzione è stata realizzata da Ioannidis Nikolaos, associate tutor presso la
University of Sussex.
|
La musica greca antica
Quando si parla di musica greca, più che alla musica in sé, della quale poco o nulla rimane, si accenna piuttosto alla concezione che della musica ebbero i Greci, concezione trasmessaci attraverso un complesso di notizie leggendarie, storiche o letterarie.
Ci sono giunte antiche leggende, che testimoniano l’immenso potere che veniva attribuito alla musica:
- Orfeo che trascinava i sassi, le piante e le belve con il suo canto;
- Anfione che costruì le mura di Tebe a suon di musica;
- Arione, che i delfini, evocati dal canto, salvarono dalla morte cui l’avevano condannato i pirati.
In tali leggende traspare la concezione di musica quasi come potere soprannaturale. Ciò è confermato negli scritti dei massimi filosofi greci, tanto che viene da supporre che i Greci possedessero una sensibilità musicale enormemente maggiore della nostra. La musica greca, per quel poco che ce ne resta, non pare dovesse essere molto progredita, anzi ci appare in uno stato piuttosto rudimentale.
Essa era povera di strumenti (che si riducevano a due tipi, l’aulos, uno strumento a fiato, e la lira, uno strumento a corda), priva di qualsiasi nozione di armonia, con frequenti ritorni sulla nota centrale e con una scarsa vivacità del ritmo.
Come è noto, musica e poesia furono strettamente unite in Grecia: da Omero, rappresentato come cantore cieco che s’accompagna con la cetra, fino ai lirici, parole e musica nacquero contemporaneamente dal cuore di un solo artista. Nel contempo acquistava importanza e si avviava a perfezione la danza, l’arte che esprime i sentimenti per mezzo del gesto. Ad un certo punto questi tre elementi, musica, poesia e danza, si fusero in un solo complesso artistico, da cui si sviluppè la tragedia. E' certo che essa avesse avuto origine religiosa, da sacrificio di un caprone, sull’altare di Dioniso, del quale il sacerdote narrava le vicende terrene. Questa racconto cantato, chiamato ditirambo, andò man mano evolvendosi, perdendo ogni rapporto con Dioniso e con il suo culto; divenne semplicemente un racconto, dialogato tra un personaggio e un coro di qualche fatto leggendario.
|