Parole: l'Odissea, il classico da riscrivere sempre
L'Odissea di Omero
La storia di Ulisse nella letteratura inizia con l'inizio stesso della letteratura occidentale, i poemi omerici. Omero, misteriosa figura di poeta dell'VII secolo a.C., compose infatti due imponenti opere: l'Iliade, sulla vicenda delle guerre di Troia, e l'Odissea, appunto sulle avventure di Ulisse (Odysseus, in greco).
L'Odissea è uno dei nostoi (o ritorni) che raccontano le avventure degli eroi omerici dopo la guerra, ma tra tutti questi poemi (in principio trasmessi oralmente) è certamente il più famoso. La fama del poema è certamente legata al suo personaggio principale che rappresenta, anche secondo la nozione comune, l'uomo moderno. Una caratteristica di Ulisse è certamente la tradizionale kaloskagathìa eroica, l'essere di bell'aspetto ed eticamente virtuoso, cui aggiunge uno straordinario senso pratico e una grande curiosità.
Il suo incipit (in latino, l'inizio di un'opera letteraria) è tra i passaggi più noti della letteratura di ogni tempo:
Eccone una traduzione italiana (di R. Calzecchi Onesti):
L'uomo ricco d'astuzie raccontami, o Musa, che a lungo
errò dopo ch'ebbe distrutto la rocca sacra di Troia;
di molti uomini le città vide e conobbe la mente,
molti dolori patí in cuore sul mare,
lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi.
Ma non li salvò, benché tanto volesse,
per loro propria follia si perdettero, pazzi!
che mangiarono i bovi del Sole di Iperìone,
e il Sole distrusse il giorno del loro ritorno.
Anche a noi di' qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus.
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Ma il 'viaggio' di Ulisse e dell'Odissea è continuato anche... nel tempo. Nei secoli successivi alla sua composizione, il poema ha conosciuto una serie continua di traduzioni e di rielaborazioni e riscritture, alcune delle quali hanno segnato in profondità la storia delle letterature occidentali.
In questa pagina, e nelle altre sezioni 'Parole' delle diverse epoche storiche, seguiremo le tappe più importanti di questo lungo cammino, che ci porterà fino ai nostri giorni.
L'Odusia di Livio Andronico
La letteratura latina nasce con una traduzione dell'Odissea, precisamente con l'Odusia di Livio Andronico.
L'importanza e la qualità artistica dell'Odusia è tale da indurre gli studiosi a parlare non di semplice 'traduzione', ma un "adattamento artistico", "letterario". Già un confronto tra gli incipit delle due opere può dare un'idea della complessa operazione di trasposizione linguistica e culturale. Così infatti inizia l'Odusia (è uno dei pochi frammenti dell'opera che ci sono pervenuti):
Virum mihi, Camena, insece versutum.
L'opera fu composta in lingua latina e in versi saturni, invece che nel metro originario greco (l'esametro). L'operazione aveva infatti finalità sia letterarie che culturali: l'Odissea rappresentava un testo fondamentale della cultura greca ed è per questo che la traduzione di L. non rimase solamente in ambito scolastico. Essa, inoltre, appariva più "moderna" dell'Iliade, più vicina alla sensibilità del mondo ellenistico (cosmopolitismo, viaggi ed avventure, passioni e sofferenze umane), dal quale lo stesso L. proveniva, e più legata all'Occidente ed al gusto dei Romani, tra l'altro oramai già abituati a solcare i mari.
Difficoltà da battistrada. Ma essere il primo a tentare un esperimento simile comportava una miriade di difficoltà; in specie, non avendo una tradizione epica alle spalle, L. cercò di dare per altre vie solennità e intensità al suo linguaggio letterario: all'inizio della traduzione egli rende, ad es., la "Musa" di Omero con l'antichissima "Camena", divinità italica delle acque; ancora, alcuni dei passi scritti da Omero non erano concepibili per i Romani e L. si trovò così a dover modificare e "tradire" spesso il testo originale dell'Odissea (tipicamente romana, ad es., è la considerazione dell'eroe che si evince dall'opera, reso quasi pari agli dei).
Ideologia. In effetti, di questa Odussia, noi non possediamo che pochi frammenti isolati e molto brevi, ma la scelta del soggetto lascia intravedere lo scopo che L. si proponeva: dietro la sua epopea, infatti, possiamo indovinare i racconti leggendari etruschi e l'epopea "orale" del Lazio etruschizzato. E adattare l'Odissea in latino non era forse (anche) rendere delicato omaggio ai Romani che, dall'Italia centrale, ritornavano da liberatori alla patria di Ulisse?
Solennità dello stile. Infine, tipica della sua poesia è pure la ricerca del "pathos", della tensione drammatica, della solennità: non disdegna, così, arcaismi, o di ricorrere al formulario religioso. I modelli tragici cui s’ispirò, a tal proposito, furono verosimilmente testi attici del V sec. (soprattutto Sofocle ed Euripide).
E ancora...
Il cammino dell'Odissea omerica come testo letterario, classico da riscrivere sempre, è solo all'inizio: per conoscerne le altre tappe, scegli un'altra epoca storica, e da qui vai nella sezione 'Parole' di quell'epoca...!
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