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Se, dopo tanti anni, uno sa ancora da quale dramma classico e da quale atto è presa una certa citazione, la scuola ha fallito. Ma se uno ha idea di dove potrebbe stare quella citazione, allora è una persona veramente colta e la scuola ha raggiunto appieno il suo scopo.
Karl Kraus
JabRef è un programma scritto in Java, funzionante in diversi sistemi operativi (Linux, Mac OS X, Windows), per catalogare ed organizzare la nostra bibliografia.
È possibile installare JabRef dal sito del programma. Il sito comprende anche una sezione FAQ e una sezione Documentation, che è in pratica una guida di base (in inglese). Quest'ultima pagina però dichiara che una guida più completa è inclusa nel programma stesso, alla voce Help del menu.
Perché il programma funzioni, nel computer dev'essere installato anche Java, che a sua volta si può scaricare dal sito Java. Forse però è già sul vostro computer. Per scoprirlo basta andare su questa pagina.
Il programma chiama database un archivio bibliografico, cioé una bibliografia. Ogni database è composto di entry, ovvero di singole voci di bibliografia.
I file gestiti da JabRef sono i database, quindi un databese di apre dal menu file. Le singole entry, invece, si importano dal menu BibTex (o si esportano, in vari modi).
Una volta aperto il programma, crea un nuovo database con File → New Database
(vd. figura 1):
Se il database è già stato creato in precedenza e lo si vuole aprire, il comando è File → Open Database
. Normalmente, all'apertura, il programma riapre automaticamente l'ultimo database su cui si è lavorato. Per chiudere il database corrente senza chiudere il programma: File → Close database
(dovrebbe essere il penultimo in basso).
Una volta creato il database, per inserire entry bibliografiche possiamo:
I file .ris sono dei file che contengono bibliografia, 'impacchettata' in un formato abbastanza standard (appunto, il formato RIS) da fungere come formato di interscambio tra un archivio e l'altro: ad esempio, tra l'archivio online di Année Philologique e l'archivio (database) che abbiamo creato con JabRef nel nostro computer con la nostra bibliografia.
Se siamo sul sito dell'Année Philologique online e abbiamo trovato alcuni risultati interessanti, li selezioniamo tramite le caselle a sinistra e poi clicchiamo in alto su Save
, o Salva
(vd. figura 2):
A questo punto si apre una piccola finestra con le opzioni di salvataggio. Qui bisogna selezionare cosa salvare e come. Nel nostro caso, scegliamo nel campo 1 (cosa salvare) Selected records
e nel campo 2 (in che formato) RIS Format
(vd. figura 3):
A questo punto salviamo il file, che avrà un nome del tipo nomedelfile.ris
, dove vogliamo sul nostro computer. Questo file conterrà la bibliografia esportata dall'Année Philoloqigue online, pronta per essere importata in JabRef (vd. figura 4, nella quale il file si chiama, con grande fantasia, export.ris
):
Apriamo ora JabRef (in cui abbiamo già creato un database o abbiamo aperto un database esistente) e importiamo il file .ris nel nostro database, tramite il menu File → Import into current database
. Si apre una finestra all'interno della quale dobbiamo indicare al computer dove si trova in file .ris da importare. Ovviamente si possono importare quanti file .ris si vogliono in un database (vd. figura 5):
Si apre dunque una finestra (vd. figura 6) di importazione:
Nel caso della figura 6 il file export.ris contiene solo quattro articoli. Posso qui selezionare quali articoli importare.
Normalmente li si importa tutti, ma comunque si può scegliere eliminando i superflui. Nella riga di alcune entry può comparire una D a sinistra: indica i doppioni (duplicates, in inglese: uno stesso articolo o libro ripetuto all'interno del file .ris). C'è un bottone a sinistra Deselect all duplicates
con cui deselezioniamo (e quindi non importiamo) automaticamente tutti i doppioni.
Avrete notato che è selezionata di default l'opzione Generate keys
. Lasciamola selezionata: ogni entry nel nostro database dovrebbe avere una key, o Bibtexkey, ovvero un codice identificativo unitario. Non è obbligatorio, ma è consigliabile. Con Generate keys
, chiediamo al programma di generare automaticamente una key per ogni entry nel momento stesso in cui la importa.
Dunque, nella finestra di importazione (figura 6) clicchiamo su OK
e importiamo così le entry nel nostro database:
A questo punto il nostro database contiene anche queste nuove entry (figura 7):
Una nota a margine: è possibile esportare entry bibliografiche anche da Google Books.
Per prima cosa, cerchiamo tra i libri con le nostre parole chiave (figura 8):
Apriamo la scheda di un libro e clicchiamo su Informazioni su questo libro
(figura 9):
Si apre una pagina, in fondo alla quale troviamo la sezione Informazioni bibliografiche
(figura 10):
Per trovare quest'ultima sezione a volte non è neanche necessario cliccare su Informazioni su questo libro
; in ogni caso, si trova sempre in fondo alla pagina.
A questo punto, nella riga Esporta citazione
, clicchiamo sul bottone corrispondente al formato BiBTeX
(un altro formato di interscambio, ancora più standard del RIS; vd. ancora la
figura 10).
A questo punto la procedura da seguire è la stessa già descritta per i file di interscambio .ris: salviamo il file .bibtex dove vogliamo (figura 11):
Poi apriamo JabRef e importiamo nel nostro database il file .bibref (figura 12):
In JabRef, possiamo anhe aggiungere manualmente una entry al nostro database. Per farlo, clicchiamo sul menu
BibTeX → New entry
e scegliamo il tipo di entry (figura 13):
Ad esempio:
Article
per gli articoli;Book
per i libri;Incollection
per gli articoli inclusi in miscellanee, etc. A questo punto inseriamo da tastiera, uno a uno, i dati (autore, titolo etc.; vd. figura 14):
Per far riconoscere correttamente al programma il nome dell'autore, bisogna inserirlo nel formato Cognome, Nome
(ad es. D'Alema, Massimo
).
È possibile modificare una entry esistente facendo doppio click sulla sua riga nel database.
Alcuni campi interessanti da compilare sono:
Optional fields → Note
, in cui si può scrivere qualunque cosa
(come ad esempio nella figura 15):General → File
, in cui si può inserire un collegamento all'eventuale file dell'articolo
che abbiamo scaricato nel nostro computer (ad es. in formato PDF): bisogna cliccare sulla croce verde
e poi dire al computer dove abbiamo salvato il file;General → Url
, in cui si può inserire l'indirizzo del sito web da cui si può scaricare
l'articolo;Abstract → Abstract
troveremo qui appunto i leggendari abstract di APh.
Serve per cercare una o più parole all'interno del nostro database. Vi si accede tramite Tools → Search
.
Incremental
, Float
, Filter
etc. dicono come il programma evidenzierà i risultati della ricerca rispetto a tutti gli altri. Ad esempio:
Incremental
. Nel riquadro principale, la prima entry corrispondente al criterio
di ricerca viene evidenziata in blu, ma resta al suo posto nella lista
(figura 16):Float
. Le entry corrispondenti ai criteri di ricerca vengono evidenziate con uno
sfondo bianco ed elencate in cima alla lista; tutte le altre entry vengono evidenziate
in grigio per scartarle visivamente
(figura 17):Filter
. Solo le entry corrispondenti ai criteri di ricerca vengono mostrate
(figura 18):Raggruppare le entry bibliografiche del nostro archivio secondo uno o più criteri è fondamentale. Ad esempio: reperiti/non reperiti; interessanti/non interessanti; da includere nella bibliografia finale/da non includere.
Per visualizzare a sinistra la colonna di gestione dei gruppi: View → Toggle groups interface
(figura 19):
Il gruppo All Entries
è un gruppo 'globale' che include tutte le entry.
Per creare un nuovo gruppo, clicchiamo sull'icona del foglio bianco
(figura 19).
Appare una finestra
in cui inseriamo il nome del gruppo e clicchiamo su OK
(figura 20):