Atto di fondazione dell'Accademia dello Gnappo

L’atto presente val qual fondazione
dell’Accademia del Pupazzo Gnappo,
con privilegi e con approvazione

Pergamena

tacita de l’autorità. Non stappo
vini o liquori, io che verbalizzo:
quando ebbero, lesti marciando appo

il Corpo Basso, il dotto ghiribizzo
di render giusto onore al gran pupazzo,
pochi fastigi – ancora mi stranizzo –

vollero all’alta impresa, sì che pazzo
sarei qui se di brindisi e sciampagni
facessi risuonare il van sollazzo.

Alle fonti parnasie ora si bagni
la punta de lo stilo con cui scrivo,
perché cantar m’è d'uopo i duo compagni,

e di fiato e parole sono privo
per ridir gli atti nobili ed i detti.
Mi basta già però che esiguo rivo

de l’acque d’Elicona un po’ m’umetti
perch’io sia fatto garrulo e loquace.
Ma adesso corro, chè i tempi son stretti.

D’april nel mese -- mentre la sua face
la luna forse pallida affacciava,
ma assai coperta, nell’azzurra pace

del ciel di primavera, chè raggiava
meriggio ancora Apollo, e lentamente
verso l’oceano fiume declinava --

il giorno ventisette, stranamente
convenner due balzani di fondare
quest'Accademia, segno che la mente

miglior pensieri non gli facea fare.
Quivi mi fermo, in l'anno del Signore
duemila e cinque, e cesso di rimare.