Per il giorno sette Aprile,
per la vostra gioia o bile,
O' Connòr viene a Palermo
- questo è certo un punto fermo -
egli espone in modo acuto
il pensiero di Platone,
ma se stesse invece muto
ci farebbe un favorone etc. (evitando altre rime in -one più triviali).
Cerdone
Venerdì 25 Marzo 2005
Ecco che ti rispondo brevemente,
secondo come detta mente e core,
in metro un po' più lungo ed avvolgente,
com'è assai giusto per rendere onore
a te, che sì maravigliosamente
mi rispondesti, ed in cotal tenore
che pressappoco qualsivoglia rima
bella non fia qual quella tua di prima.
De l'ottonario, poeta laureato,
hai in gran rispetto il metro e la cadenza.
E spinto de le Muse da l'afflato
al nome del britanno fai violenza:
che pèra il nome barbaro, accentato
come d'Albion non vuole la semenza.
Perchè del metro non si spezzin l'ale,
che il celtico s'adombri non mi cale.
Chiudo le scarse ottave che qui vergo
chiosando le parole ultime estreme
di cui a tue rime fai arguto esergo,
lasciandomi dubbioso con la speme
ch'abbia il miglior partito fatto albergo
nel core tuo, e come colui che teme
che invece di far meglio tu abbia eletto
di andarti a coricar solo soletto.
Tremone
Domenica 27 Marzo 2005
Le rime mie ond'io meco mi fo grosso
mai dicere potrian lo vivo ardore
del verso tuo, sì che 'l verbo ne more,
e parmi di tacer lieto e commosso.
Da che 'l mio corpo abbandonai a la coltre
diversi fur li dia, e di gran festa;
ma 'l troppo cibo alfin rese più mesta
dulcedo mia, e 'l dicer non va oltre.
In nobile Panormo lo mio motto
udrai, là 've 'l pensare mio rïede
da che qui ritornai col buon Pernotto,
ove uno mar pugnando a l'altro cede.
Cerdone
Mercoledì 30 Marzo 2005
Il mio tributo a te non più procrastino
di versi, nè giammai spero trovare
spirito e voce che all'impresa bastino.
Tanta possanza io odo in tuo cantare
che dar non mi potrian soccorso e aita
- perchè il mio dir non debba sfigurare -
se pur si ricogliesse in lieta gita
su per le balze dure d'Elicona,
qual venticinque aprile (usanza avita)
l'intiero gregge, che spesso bastona
con salda verga Apollo, delle Muse.
Neppur così del verso tuo in cui suona
l'eco di mille arcadi cornamuse
potrei ripeter la dulcedo fine,
per cui convienmi aver le labbra chiuse.
Però giacché di già cinque terzine
t'ho scritto, visto che oramai ci sono,
scriverò ancora un motto almeno: "fine".
Tremone
Domenica 3 Aprile 2005
D'Apollo tu mi canti, e di Parnasso,
e d'una verga, e Nove castigate:
è forse questo un film di Tinto Brasso
o forse le mie idee sono sbagliate?
Perdona allora i versi che rimazzo
portando alle Gran Muse il disonore,
ché se da fare avessi miglior lazzo
poeta sarei di maggior valore.
Cerdone
Mercoledì 6 Aprile 2005
Giacchè poco hai da studiare,
e mi sembri ad oziar dedito
(beh, costume, confessare
devo, per me non inedito),
vo' mandarti qui uno spiffero
fresco di bibliografia:
libro inutile, del piffero?
Certo non è colpa mia!
Questo sia ennesimo rivolo
dietro il quale ti disperda
leggiucchiando ogni piu' frivolo
studio, e il senno tutto perda!
(Ma caudato ora bisogna
che sia il mio componimento:
il Tremone già si sogna
d'esser dotto qual ti sento).
Tremone
Giovedì 21 Aprile 2005
Dafni: Ricordo che trent'anni fa... o forse quaranta? il vento sussurrava ai bombici, e l'ellera guardava i suoi corimbi...
Amarillide: Lieta progenie di Zeus, nessuno di noi può capire quello che dici... ma adesso andate, andate caprette.
Cerdone
Venerdì 22 Aprile 2005
Tremone mio, poiché m'è d'uopo invero
alle sudate carte apporre mente,
a rime non può volgersi 'l pensiero,
ché non farebbe cosa intelligente.
Rimare infatti in fretta rozzi versi
insudicia dell'Arte lo splendore:
vil gesto di poetastri, di perversi
ch'alla Gran Musa fanno disonore.
Vergogna a que' poeti che in un lampo,
i versi a centinaia vomitando,
poesie fanno durante il breve tempo
in cui stano su un piede saltellando!
Per ciò risponderòtti in verbo sciolto,
ché per poetare il tempo non è molto.
Cerdone
Venerdì 22 aprile 2005