Abstract (288 parole)

Paolo Monella, Esiste (e a che serve) l'umanista informatico? Profili di ricerca e scelte organizzative

L'annosa querelle sull'esistenza di una (trans)disciplina "Informatica umanistica" assume aspetti molto concreti per chi definisca un progetto di ricerca informatico-umanistico, e ancor più per chi progetti di istituire un centro di ricerca in tale ambito. In ultima analisi, la questione si incarna nella figura stessa dell'umanista informatico. Esiste, e serve, l'"umanista informatico" come profilo specifico? Se sì, quali sono le sue competenze e quale il suo ruolo?

In più di vent'anni di ricerca nel campo, si è ampiamente praticata la modalità organizzativa che prevede una cooperazione tra umanisti "puri" e ricercatori (ma più spesso tecnici) informatici senza competenze umanistiche. Tale configurazione si è ripetutamente dimostrata fallimentare, innanzitutto per le inaspettate difficoltà di comunicazione tra persone che si sono formate su paradigmi radicalmente diversi. Il mio parere è che sia spesso mancata, in tali gruppi interdisciplinari, proprio la figura e la centralità (o la presenza) dell'umanista informatico.

La stessa questione si proietta sull'organizzazione di un centro di ricerca: vi dovrà afferire personale stabile? Se sì, con che profilo? In che modo dovranno configurarsi le collaborazioni tra il personale del centro e il resto dell'Ateneo? Una struttura il cui personale stabile sia costituito da informatici "puri", cui gli umanisti strutturati dei vari dipartimenti dell'Ateneo "esternalizzino" gli aspetti "tecnici" dei progetti di ricerca, moltiplicherebbe per ogni progetto le difficoltà di comunicazione e collaborazione delinate sopra.

Un centro di informatica umanistica dovrebbe invece includere degli umanisti informatici. Eppure paradossalmente un ateneo che cerchi studiosi con solide competenze informatico-umanistiche, ma anche strutturati o con un'abilitazione scientifica nazionale, avrà difficoltà a trovarne, perché spesso chi si è abilitato ed inserito ha dovuto mettere in secondo piano l'informatica umanistica, e chi invece ha puntato su di essa, ha avuto difficoltà ad abilitarsi o ad inserirsi.

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