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This page includes materials pertaining to the article L'edizione critica digitale: la critica del testo nella storia della tradizione, published in the volume Textual Philology Facing 'Liquid Modernity': Identifying Objects, Evaluating Methods, Exploiting Media ed. by A. Chegai, M. Rosellini, E. Spangenberg Yanes, special monographic issue of Volume 1 of journal Storie e linguaggi. Rivista di studi umanistici, publisher libreriauniversitaria.it, 2019 (ISBN 8833591549, 9788833591544).
The article originates from a talk entitled L'edizione sinottica digitale: una terza via that I delivered at Conference Textual Philology Facing Liquid Modernity: Identifying Objects, Evaluating Methods, Exploiting Media at Sapienza Università di Roma, Italy on April 18, 2018.
The following version of the article is a pre-print: it is precedent to peer review and from any editorial intervention (such as proofreading) from the publisher. The final version of the article will be published in the proceedings mentioned above.
La presentazione tradizionale di un lavoro di constitutio textus è l'edizione critica a stampa, con note di apparato a pie' di pagina che presentano una selezione delle varianti. L'edizione scientifica digitale invece, non avendo i limiti di spazio imposti dalla pagina stampata, permette di codificare e visualizzare sinotticamente il testo dei diversi testimoni di un'opera. Tale opportunità è stata spesso sfruttata dalle edizioni orientate verso la New Philology, in cui le versioni del testo vengono giustapposte senza alcun tentativo di ricostruire un testo "originale". Eppure l'edizione critica digitale può costituire una "terza via" tra constitutio textus e New Philology: l'editore digitale può infatti offrire al lettore-studioso la possibilità di leggere per intero le singole versioni di un testo, realizzando così più pienamente il compito di presentare la "storia della tradizione" (G. Pasquali), e al contempo accostare ad esse un'ulteriore versione, ovvero il testo costituito dall'editore (la pasqualiana "critica del testo"), che si affianca alla serie di testi costituiti da ciascun precedente "scriba-filologo" (L. D. Reynolds-N. G. Wilson). In questo modo, la critica del testo viene inserita all'interno della storia della tradizione. | The traditional output of philological work aiming at the constitutio textus is the print critical edition with apparatus footnotes showing select variant readings. The digital scholarly edition, instead, is not constrained by the space limits of the printed page, so it can encode and visualize synoptically many versions of a text, as found in different textual witnesses. This opportunity has often been exploited by New Philology editions, in which textual versions are juxtaposed without any attempt to reconstruct an "original" text. However, the digital critical edition can constitute a "third way" between constitutio textus and New Philology: the digital editor can provide different versions of a text from individual witnesses and add a further version, the editor's own textus constitutus, thus putting Giorgio Pasquali's "critica del testo" in the framework of the "storia della tradizione". |
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